Jeanne Millet. La donna che guarda gli alberi

4729-millet-jeanneOgni anno, Hydro-Québec spende 60 milioni di dollari (canadesi, ndt)  per la potatura di alberi, allo scopo di  liberare dai rami i cavi di distribuzione elettrica in Quebec. Alcuni costi per la manutenzione e la sostituzione di alberi lungo le strade sono anche a carico dei Comuni e dei residenti. Tuttavia, l’attuale modo di potare questi alberi aggrava quello che è ormai divenuto un reale problema.

Questo almeno è il parere di Jeanne Millet, researc fellow e docente presso il Dipartimento di Scienze Biologiche dell’Università di Montreal. “Attraverso le potature si stimolano risposte di crescita che vanno in senso opposto agli obiettivi prefissati, riferisce la specialista di “architettura degli alberi” in un libro pubblicato l’anno scorso presso MultiMondes Éditions. Inoltre negli alberi si crea una costosa dipendenza dalle potature ripetitive, oltretutto dando loro forme sgradevoli e causandone un invecchiamento precoce”.

Le ricerche dalla professoressa Millet negli anni 2000 hanno rivelato che molti dei nostri alberi non crescono secondo un unico modellL97828954419081o, ma secondo diversi modelli, spesso sovrapposti e concatenati tra loro. Ciò conferisce loro una grande capacità di adattamento alle variazioni climatiche. “Questa scoperta rende possibile il riconoscimento della sequenza completa di sviluppo che caratterizza ogni specie arborea delle regioni temperate. Essa permette di distinguere nella struttura dell’albero, con maggiore accuratezza di prima, ciò che è geneticamente codificato da ciò che è determinato da condizioni ambientali”, afferma la botanica.

Il suo libro, che è frutto di 20 anni di ricerca nel campo dell’architettura degli alberi e di osservazioni sul campo, è destinato a diventare uno strumento diagnostico per la valutazione della salute degli alberi in Quebec e in Nord America. Quando il famoso ecologista olandese Roelof AA Oldeman è venuto a sapere del volume, ne è rimasto affascinato. “Voi tutti, amanti di alberi, ascoltate il mio consiglio: leggete questo libro!” dichiara nella prefazione del libro. Poi aggiunge: “Questo libro non è scritto solo per essere letto, ma anche e soprattutto per essere usato come strumento!”

40 specie di casa nostra

Centinaia di migliaia di persone vedono quotidianamente diverse specie di alberi, percorrendo le pendici del monte Royal che portano al campus dell’UdeM, ma pochi sanno davvero come cresce un albero. Chi sa, per esempio, che ci sono cinque ragioni per la biforcazione di un albero? O ancora che la crescita di tutte le piante del mondo, dalle erbe agli alberi più grandi, rispetta uno dei 22 modelli architettonici esistenti?

“Le persone non conoscono, per così dire, pressoché nulla di architettura degli alberi, vale a dire di come si sviluppano e di come si sviluppano i rami per formare una struttura propria di ogni specie. L’architettura degli alberi dipende da caratteri codificati geneticamente, ma anche da fattori indotti dall’ambiente “, segnala Jeanne Millet, che ha voluto offrire agli amanti degli alberi, tanto ai professionisti come arboricoltori, potatori, dottori agronomi e forestali (ingénieurs forestiers n.d.t.) e botanici, quanto al grande pubblico in generale, un libro istruttivo e di facile lettura.

“L’architettura degli alberi nelle regioni temperate: la sua storia, i suoi concetti, i suoi usi”, il primo libro pubblicato sull’argomento, contiene 400 disegni originali, di cui circa 200 della signora Millet ed una cinquantina di fotografie. Il testo, di 397 pagine, è diviso in tre sezioni. La prima presenta la storia dell’evoluzione dei concetti in architettura degli alberi, dalla sua scoperta negli anni ’60 fino ad oggi. La seconda è dedicata alla presentazione dei modelli di sviluppo di 40 specie autoctone o esotiche suscettibili di utilizzo (per il Canada e le regioni temperate n.d.t.): l’acero del Canada, l’abete balsamico, il pino silvestre, il frassino bianco, il ciliegio, la betulla gialla, etc.

Infine, la terza sezione si concentra in particolare su casi studio e propone una logica di intervento nel settore dell’arboricoltura urbana.

In conclusione, l’autrice raccomanda attenzione e si augura all’architettura degli alberi, campo ancora non sufficientemente studiato, venga riconosciuto il suo giusto valore. “Presto, si riconoscerà che l’analisi architetturale è essenziale per garantire una solida base per qualsiasi studio relativo alla biologia vegetale e anche alle varie pratiche di gestione, quali la gestione forestale, la silvicoltura, la forestazione urbana o l’arboricoltura “, scrive.

Un corso atteso

Nel 1990, all’età di 32 anni, dopo aver lavorato per diversi anni come consulente biologo, Jeanne Millet segue uno stage di due mesi nella Guiana Francese. È allora che viene iniziata all’osservazione e al disegno degli alberi tropicali. Un momento importante della sua carriera. “Ho capito che nello studio dell’architettura degli alberi, il disegno, più che le misure cosiddette fini, consente di riunire e confrontare rapidamente una grande quantità di dati. Consente di vedere oltre ciò che è noto, forzando lo sguardo dell’osservatore sul suo oggetto di studio “.

Al suo ritorno, lavora per un anno presso il Centre de foresterie des Laurentides, del Servizio forestale canadese, prima di iniziare i suoi studi di dottorato presso l’Institut de recherche en biologie végétale (IRBV) sotto la guida dell’ecologista André Bouchard.

Ha assunto per più di 20 anni le funzioni di ricercatore IRBV pur essendo associata dal 2009 presso il Dipartimento di Scienze Biologiche dell’UdeM.  Jeanne Millet vi insegna, dal mese di gennaio, il primo corso universitario, in America del Nord, dedicato all’architettura degli alberi per una dozzina di studenti universitari.

“Mi sono concentrata per molti anni sulla ricerca e ora sento un grande desiderio e un bisogno di insegnare, dice. La condivisione delle conoscenze in architettura degli alberi permetterà di evitare errori di intervento, costosi per l’uomo e per l’albero. ”

Si ringraziano le signore Dominique Nancy del  “Journal Forum, Université de Montréal” e Jeanne Millet per la cortese autorizzazione alla traduzione e pubblicazione sul nostro sito

Articolo originale: http://www.nouvelles.umontreal.ca/recherche/sciences-technologies/20130422-la-femme-qui-aimait-les-arbres.html

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